Nella Sicilia della metà delll'Ottocento esplode in modo prodigioso il Teatro dei Pupi, con le sue caratteristiche particolari che lo rendono unico e inconfondibile. Questo tipo di teatro è uno degli eredi del racconto orale, che parte fin dalla Bibbia e da Omero per attraversare i secoli, in particolare quelli medievali, dove fiorisce con il teatro giullaresco.
Protagonisti sono i Pupi, che non hanno fili come le marionette: i pupari li muovono con delle aste, al ritmo degli scudi e delle spade, sullo sfondo di scenari ingenui e colorati. L' Opera dei Pupi, come poi viene chiamata, ci racconta le gesta di Carlo Magno e dei suoi Paladini di Francia, primo tra tutti Orlando, traendo spunto dal ciclo carolingio e dai poemi dell' Ariosto.
Ma è lecito domandarsi: che ci fanno i Paladini di Francia in Sicilia e perché le loro storie furono tanto amate e rappresentate?
Si ritiene che l'epopea carolingia sia arrivata in Sicilia con i Normanni, nel sec. XII. All'inizio furono soprattutto i cantastorie a tramandare il ricordo di un'epica cavalleresca in cui si combatteva per alti ideali, come la fede religiosa, la patria, l'onore. A partire dal sec.XIX il racconto popolare utilizzò il pupo, rivestendolo pero`di fogge che si rifacevano alla iconografia cinquecentesca. Gli eroi rappresentati, i Paladini appunto, esaltavano i valori morali di cui erano campioni e per i quali erano disposti a lottare e morire. Questi temi ebbero un grande successo sopratutto nell'Ottocento, grazie alla cultura romantico-risorgimentale, e fecero si che i personaggi dei Paladini fossero vissuti dal popolo tra il mito e la storia vera. Le loro battaglie mettevano tra l'altro in scena il confronto tra la civiltà europea ed islamica, del cui urto la Sicilia è stata teatro per lunghi periodi storici.
Per secoli i Pupi siciliani, abilmente animati da generazioni di pupari, hanno costituito l'unica fonte di istruzione e una delle poche occasioni di svago e di divertimento per le classi più umili, per il popolo poco istruito o analfabeta, anche se in seguito furono apprezzati anche dalla borghesia. Essi hanno anche costituito "un segno di contraddizione e di resistenza rispetto alla logica della rassegnazione e del peggio, che è di tanta cultura e letteratura di 'vinti' "
(Teatro dei Pupi Siciliani dei Fratelli Pasqualino).
I pupari raccontano le loro storie improvvisando e recitando. Raccontano come si raccontava una volta, quando il narratore parlava attorniato da un cerchio di occhi sgranati e credeva anche lui nella sua favola. I pupari raccontano storie di ribelli. Raccontano la favola di quelli che si battono contro un potere prepotente e incomprensibile, e in qualche modo riescono a vincere. Una favola. Una favola siciliana.
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