LA TESTA DI MORO


 

La Testa di Moro è un oggetto ornamentale che nasce come vaso in ceramica dipinta a mano, raffigurate il volto di un Moro, e talvolta di una giovane donna di bell'aspetto. E' spesso di importanti dimensioni, finemente dipinta a mano, con una corona sul capo e sfarzosi gioielli al collo. 

L’origine della Testa di Moro viene fatta risalire al periodo di dominazione araba in Sicilia, tra il IX e il XII secolo. Ad avvallare questa tesi sono anche alcune caratteristiche:  i tratti somatici riportati nei reperti più antichi, molto similari a quelli della popolazione araba, e il decoro della corona, che simboleggia il popolo che regnava al tempo.

I vasi antropoidi, quelli cioè che richiamano in alcune sue parti o decorazioni il volto o il busto umano, sono in realtà di origine molto più antica. Il loro uso risale al periodo preistorico: reperti archeologici dimostrano come le anfore avessero il collo decorato, tramite semplici tratti incisi, a rappresentare le componenti basilari di un volto: sopracciglia, occhi e un accenno delle labbra; mentre sul corpo del vaso erano spesso presenti due protuberanze molto simili alla forma dei seni femminili. Da lì in avanti l’arte antica è riccamente costellata da vasi, a volte decorativi altre volte ad uso funerario, i cui volumi o decori richiamano le sembianze umane o di animali, come nel caso ad esempio della civiltà egiziana.

Oggi le Teste di Moro sono un emblema della tradizione artistica siciliana: si trovano esposte quasi sempre in coppia sui balconi delle case siciliane, ai lati delle assolate terrazze nelle ville di campagna, ma anche come oggetti pregiati all'interno delle case nelle città dell'Italia e del mondo. 

 

La mia emozione:

Da bambina, nel giardino della casa dei miei zii a Palermo, ad ornare l'ingresso del viale coperto da pergolati d'uva, c'erano delle piante grasse che fuoriuscivano da vasi in terracotta rossa, a forma di Testa di Moro. Ogni volta che passavo di lì, le guardavo con un misto di inquietudine e fascinazione. Mi sembrava che una forma di vita si fosse cristallizzata in quegli strani oggetti e che da un momento all'altro la Testa di Moro potesse animarsi e parlare. 

 


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